Umberto Ferrara, ex preparatore atletico della star del tennis Jannik Sinner, ha parlato pubblicamente delle circostanze che circondano il caso di doping che ha portato alla sospensione di Sinner. In un’intervista con *La Gazzetta dello Sport*, Ferrara ha spiegato il suo ruolo nell’incidente che ha coinvolto la sostanza proibita clostebol.
Ferrara ha raccontato di aver acquistato Trofodermin, uno spray contenente clostebol, per aiutare il fisioterapista della squadra, Giacomo Naldi, che aveva un taglio persistente al dito. Ferrara ha dichiarato: “Gli ho suggerito di usarlo perché aveva un taglio al dito che non guariva e gli stava complicando il lavoro”. Ha sottolineato di aver esplicitamente avvertito Naldi della natura proibita del prodotto e della necessità di evitare qualsiasi contatto con Sinner: “Sono stato molto chiaro nel comunicare a Naldi la natura del prodotto e la necessità che non entrasse in contatto con Jannik in nessuna circostanza”. Ferrara ha anche detto di aver consentito l’uso dello spray solo nel suo bagno personale.
Il caso di doping è emerso dopo che Sinner è risultato positivo al clostebol durante il torneo di Indian Wells nel 2024. La difesa ha sostenuto che la contaminazione era accidentale, derivante dall’uso di Trofodermin da parte di Naldi sul suo infortunio senza guanti, trasferendo successivamente tracce della sostanza a Sinner durante le sessioni di trattamento. Questa spiegazione ha portato a una sospensione negoziata di tre mesi per Sinner, consentendogli di tornare alle competizioni a maggio 2025.
Ferrara ha espresso angoscia per il danno alla sua reputazione personale e professionale dovuto all’incidente. Ha criticato il rapido giudizio pubblico e ha sottolineato che le autorità antidoping hanno confermato che non aveva alcuna responsabilità diretta nel caso. Riflettendo sulla situazione, Ferrara ha osservato: “Sicuramente, non mi fiderei più del comportamento degli altri”, indicando una perdita di fiducia all’interno della squadra.
Nonostante la controversia, Ferrara ha elogiato la maturità di Sinner nel gestire la situazione, notando che, a soli 23 anni, Sinner ha dimostrato un’eccezionale professionalità e dedizione al suo sport. L’incidente ha portato al licenziamento di diversi membri della squadra, tra cui Ferrara e Naldi.
Il caso ha scatenato discussioni più ampie all’interno della comunità del tennis sulle normative antidoping e sulla coerenza della loro applicazione. I critici, tra cui giocatori come Nick Kyrgios e Stan Wawrinka, hanno espresso preoccupazioni sulla percepita clemenza e correttezza nella gestione dei casi di doping.
Mentre Sinner si prepara a tornare in campo, l’incidente funge da monito sull’importanza di una rigorosa osservanza delle normative antidoping e sulle potenziali ramificazioni di una contaminazione involontaria.